Questo articolo è parte di una campagna a cui hanno aderito scrittrici e giornaliste italiane per denunciare la violenza di genere e nominarla.
"Se domani sono io, se domani non torno, mamma, distruggi tutto. Se domani tocca a me, voglio essere l'ultima", così scrive l'attivista Cristina Torre Cáceres nella poesia diventata Manifesto della violenza sulle donne.
Nel 2015 nasce in Argentina "Ni Una Menos", movimento femminista socio-politico che si batte contro la violenza di genere, contro il patriarcato, il maschilismo e il sessismo attraverso manifestazioni non violente, ma che rappresentano un'intensa voce.
Il movimento si espande anche in Italia, ogni anno il movimento Non Una di Meno s'impegna nel far sentire il proprio grido di dolore verso gli avvenimenti che sembrano essere diventati di routine.
È davvero triste dover utilizzare questo termine: "routine", "quotidianità", è tanto triste quanto vero.
Non vi è più alcuna parola adatta a rappresentare lo stato d'animo di tutti noi, con "tutti" includo anche il genere maschile, sono anche tanti di loro ad esprimere un senso di vergogna verso gli omicidi, verso le violenze verbali e fisiche che sono diventate all'ordine del giorno.
Non ci capacitiamo di come siamo potuti arrivare a questo, ma non parlo solo della violenza sul mio genere, mi riferisco al concetto generale di violenza che esiste oggi, su qualsiasi tipo di genere, di colore, di orientamento sessuale, non vi è più il sacrosanto diritto di vivere nel nostro corpo, nella nostra pelle e nelle nostre scelte.
Ci è stato donato il libero arbitrio, ma ad oggi, perdonatemi se mi viene da dire "Purtroppo". Arrivo a pensare che non lo meritiamo, che non ci spettava o che più precisamente, non doveva essere dato a tutti.
La richiesta di un mondo pacifico, rispettoso ed empatico è probabilmente troppo grande per chi ha l'animo ricco di insicurezze e frustrazioni perché le gelosie e gli atteggiamenti malati sono la conseguenza di chi non conosce il proprio valore.
Le persone che vivono di una sana autostima non possiedono sensi di presunzione, di controllo, di comando e di superiorità. Immaginate quanto sarebbe meraviglioso volersi bene. Volersi bene equivale al voler bene al prossimo, senza screditarlo e senza distruggerlo.
La violenza non si verifica solo sulle donne, pertanto sia chiaro che non denuncio solamente questo. Esistono, purtroppo, tanti diversi destinatari di violenza e ogni grido di rabbia è per ognuno di loro.
Noi continueremo a farci sentire nella maniera più educata e pacifica possibile, ma perdonateci se un giorno vedrete il mondo in fiamme e se vedrete il vostro ego bruciare, è che siamo stanche, siamo furiose, siamo delle anime che vorrebbero vivere, non sopravvivere.
Rivolgendomi a chi fa uso di violenza: ogni notte, quando mettete la testa sul cuscino, domandatevi se l'inferiorità appartenga alle vittime o ai carnefici. E non fingete di non conoscere la risposta corretta.
di Sonia Spera
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