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Immagine del redattoreRudy Pesenti

La Savana in tenda: un'esperienza da vivere e che ricorderai per sempre

Aggiornamento: 19 dic 2024

Era dicembre 2019 quando sono partito per la seconda volta per l'Africa. La prima volta ero stato in Namibia, e ovviamente me ne ero perdutamente innamorato. Ma mi era rimasto un retrogusto di un qualcosa di incompleto: il contatto reale con la natura. Così, grazie a Avventure nel Mondo, ho deciso di partire con gente che non conoscevo per un'esperienza che non se ne sarebbe mai più andata dal mio cuore. La Tanzania in tenda.



tenda africa

La Savana in tenda. Arriviamo, è buio. Dopo il mercato di Arusha in cui abbiamo perso troppo tempo, giungiamo al primo accampamento dopo un viaggio di ore in aereo, e poi sul 4x4, in ritardo. Quindi la luce del sole se n'è andata, dobbiamo montare le tende (non propriamente di ultima generazione) con torce frontali e facendo forza sulle ultime energie rimaste. Ce la caviamo piuttosto bene, e proviamo a lavarci nei bagni vicini: un rivolo d'acqua fredda con intorno giganteschi insetti che non hai mai visto nemmeno in tv a farti compagnia. Ci aspetta una settimana così. E io, sono assolutamente esaltato da tutto questo.


bufali africani

Si viaggia tanto, e non si dorme molto. La seconda notte pernottiamo sulla cima del vulcano Ngorongoro dove il giorno successivo vivremo una delle esperienze più indimenticabili della nostra vita. Anche se, a dire il vero, tutto il viaggio in fondo è risultato così libero e privo di confini che resterà per sempre in un luogo speciale nella nostra memoria. Qui, mentre mangiamo una zuppa calda, bufali e zebre ci circondano: per più di un'ora vediamo passare e brucare decine e decine di animali che ci scorrono accanto, fermandosi di tanto in tanto. Il vivere in mezzo a questa natura, a questo silenzio, a questa vita che si muove da sola, è un'emozione unica. La mattina chiudiamo bene le tende prima di smontarle il pomeriggio: le scimmie sono già iperattive e pronte a rubarci qualsiasi cosa ci possa essere a portata di mano. O di zampa.


tenda tanzania

Nel viaggio verso le pianure del Serengeti passiamo attraverso la Grande Migrazione degli gnu e delle zebre, la più grande migrazione al mondo che avviene ogni anno. Si stima siano un milione e settecentomila esemplari di gnu e duecentocinquantamila zebre che si muovono in gruppo, nel loro costante e inesorabile cammino verso l'acqua, verso la sopravvivenza. E noi per più di un'ora passiamo attraverso queste mandrie, con gli occhi pieni e il cuore aperto. La notte le iene vengono a farci visita dopo un lungo temporale, e alcuni uomini locali le fanno scappare battendo forte le pentole una contro l'altra, per spaventarle. Le sentiamo ridere, respirare vicine, e poi andarsene. Ci sentiamo pian piano parte di un mondo che non ci appartiene, ma che dobbiamo in tutti i modi preservare.


tanzania temperature

La penultima notte abbiamo anche la visita di due esemplari di leone. Qualcuno si spaventa, qualcuno dorme e nemmeno se ne accorge, neanche quando uno dei due leoni ruggisce facendo impazzire le scimmie intorno sugli alberi, che cominciano ad urlare e agitarsi. Una iena la sera prima ci ha osservati tutto il tempo mentre cenavamo, facendoci quasi compagnia. Forse voleva anche lei un po' di cibo. Forse anche lei si sentiva sola in quel momento. Perché in fondo gli animali, non sono poi tanto diversi da noi.

E man mano che il viaggio volge al termine, ti rendi sempre più conto di ciò che stai vivendo. Della bellezza del vivere senza cellulare che tanto non prende mai, del viaggiare con persone che non conosci e diventano parte della tua quotidianità e ti mancheranno una volta tornato a casa. Degli spazi aperti, della natura che vive da sola senza che mano d'uomo la possa intaccare. Del respiro dell'Africa, del vento caldo sulla pelle, degli elefanti che ti passano accanto nella loro splendida lentezza.


tanzania sole

E infine l'alba, e gli infiniti tramonti, gli alberi di baobab, le stelle di notti che illuminano il cielo, i rumori della savana, il silenzio delle pianure infinite. I sorrisi degli uomini, la dignità delle donne con cesti enormi sul capo, i bambini che ti guardano come se venissi da un altro pianeta.

Poi torni a casa con quella malinconia che ti fa pensare di aver fatto un viaggio che valeva la pena di esser vissuto. Anzi, che era imprescindibile nella tua vita. Così di tanto in tanto, in tutto quello stress e in quegli affanni quotidiani in cui immergiamo la nostra vita, ti ricordi di un uomo che prima di andartene ti aveva detto: 'HAKUNA MATATA' e 'POLE POLE' (senza pensieri e piano piano, in Swaili) e allora chiudi gli occhi e rallenti. E aspetti che arrivi il vento dell'Africa a portarti via. A volte funziona. Dovresti provare anche tu.

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