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Le 10 più belle canzoni di Roberto Vecchioni - Per conoscere il professore della musica italiana

  • Immagine del redattore: Rudy Pesenti
    Rudy Pesenti
  • 3 giorni fa
  • Tempo di lettura: 5 min

Aggiornamento: 13 ore fa

Un cantautore capace di vincere nella sua infinita carriera il Premio Tenco, il Festivalbar e il Festival di Sanremo. Questo è Roberto Vecchioni, nato nel 1943 e che ha sfornato nel corso dei decenni canzoni indimenticabili, grandi storie destinate a vivere per sempre e che resteranno nella storia della musica italiana.

Un grande paroliere, nonché professore, che potremmo restare ore ad ascoltare senza mai stancarci. Mai banale, ha creato nel tempo un'infinità di capolavori.

Per chi vuole iniziare a conoscerlo, abbiamo provato a fare una selezione delle più belle dieci canzoni di Roberto Vecchioni. Anche se scegliere, è stato davvero difficile.

roberto vecchioni concerto

 

LUCI A SAN SIRO - 1971

Milano mia, portami via

Fa tanto freddo e schifo e non ne posso più

Facciamo un cambio, prenditi pure quel po' di soldi

Quel po' di celebrità

Ma dammi indietro la mia seicento

I miei vent'anni ed una ragazza che tu sai

Milano scusa, stavo scherzando

Luci a San Siro non ne accenderanno più

Può la prima vera hit di un cantautore risultare quella per cui si è più riconosciuti, anche a distanza di più di cinquant'anni dall'uscita? Succede. Ne è la dimostrazione Luci a San Siro, che tutti conoscono, pur provenendo da un tempo lontano. Una prova cantautorale superba, che resiste e resisterà al tempo per sempre. Perché le canzoni infinite, sono in grado anche di fare questo.



 

SAMARCANDA - 1977

"Eri tra la gente nella capitale

So che mi guardavi con malignità

Son scappato in mezzo ai grilli e alle cicale

Son scappato via ma ti ritrovo qua!"

"Sbagli, t'inganni, ti sbagli soldato

Io non ti guardavo con malignità

Era solamente uno sguardo stupito

Cosa ci facevi l'altro ieri là?"

Può una canzone che tratta il tema della morte diventare un brano nazionalpopolare? Roberto Vecchioni può anche questo. La storia di un uomo che per sfuggire alla morte, va esattamente incontro al suo destino finale.

Impossibile non cantare e ballare su queste note, nonostante il testo tutt'altro che banale.



 

L'ULTIMO SPETTACOLO - 1977

Ma tu non mi parlavi

E le mie idee come ramarri

Ritiravano la testa

Dentro il muro quando è tardi

Perché è freddo, perché è scuro

E ancora solitudini

E buchi per nascondersi

Inserire le grandi storie dell'Iliade e dell'Antica Grecia all'interno di una canzone che tratta della fine di un rapporto, ma non di un amore. Perché le due cose, non sempre coincidono.

In una poesia senza eguali, questo brano entra di diritto tra i più bei testi che un cantautore abbia mai concepito.




 

STRANAMORE - 1978

Bello l'eroe con gli occhi azzurri dritto sopra la nave

Ha più ferite che battaglie e lui ce l'ha la chiave

Ha crocefissi e falci in pugno e bla bla bla, fratelli

Ed io ti ho sollevata figlia per vederlo meglio

Io che non parto e sto a guardarti, io che rimango sveglio

Diverse forme di quel che qualcuno prova a chiamare amore. Si passa dalla violenza domestica al pestaggio da parte di un gruppo di fascisti, dai conquistatori agli eroi.

In un ritmo incalzante e un testo come sempre di livello superiore, ecco un altro brano indimenticabile di Vecchioni.



 

SIGNOR GIUDICE - 1979

Signor giudice, le stelle sono chiare

Per chi le può vedere magari stando al mare

Signor giudice, chissà, chissà che sole

Si copra per favore che le può fare male

Immaginiamo che avrà cose più grandi di noi

Forse una moglie troppo giovane

E ci scusiamo con lei d'importunarla così

Ma ci capisca, in fondo siamo uomini così, così

Sapete che Roberto Vecchioni fu arrestato? E poi scarcerato. Finì in carcere perché accusato di spaccio di sostanze stupefacenti fuori una scuola a dei minorenni, dal giudice istruttore del tribunale di Marsala. Sembra che un ragazzo accusò di questo il cantautore, salvo poi ritrattare subito dopo il primo confronto.

Così, Roberto Vecchioni scrisse questa bellissima e ironica Signor Giudice, dedicata appunto a chi l'aveva spedito in gattabuia con tanta leggerezza.



 

BEI TEMPI - 1985

Era tanto, tanto tempo fa

Io con la radio

E mio padre con il giornale

Io con l'esame

E che parlo con il mio cane

Però d'estate c'era il sole

E avevo voglia di scappare

Non è solo quella canzone. È tutto l'album che amo. Da Millenovantanove a La mia ragazza, fino a Piccolo amore e ovviamente Bei tempi, è impregnato di bei brani tra cui è difficile scegliere. Questo selezionato parla del tempo andato sì, ma anche goduto, guardato con nostalgia.



 

VOGLIO UNA DONNA - 1992

Prendila te quella che fa il "Leasing"

Che s'innamori di te la Capitana Nemo

Quella che va al "Briefing"

Perché lei è del ramo

E viene via dal "Meeting"

Stronza come un uomo

Sola come un uomo

La canzone che ha permesso a Roberto Vecchioni di vincere il Festivalbar nel 1992, anche se forse oggi, per via del dilagante politically correct che cerca di prendere possesso di ogni forma d'arte, non sarebbe presa benissimo.

Il cantautore parla della ricerca di una donna di una volta, non in carriera, con la gonna, senza troppi fronzoli. Comunque un gran brano, che ha conquistato le classifiche di quegli anni.



 

SOGNA RAGAZZO SOGNA - 1999

E ti diranno parole rosse come il sangue, nere come la notte

Ma non è vero, ragazzo, che la ragione sta sempre col più forte

Io conosco poeti che spostano i fiumi con il pensiero

E naviganti infiniti che sanno parlare con il cielo

Chiudi gli occhi, ragazzo, e credi solo a quel che vedi dentro

Stringi i pugni, ragazzo, non lasciargliela vinta neanche un momento

Copri l'amore, ragazzo, ma non nasconderlo sotto il mantello

A volte passa qualcuno, a volte c'è qualcuno che deve vederlo

Si dice che l'ultimo giorno da professore prima di andare in pensione, Roberto Vecchioni si presentò in aula cantando questa canzone.

In ogni caso, un brano dedicato appunto a tutti gli alunni che ha avuto nel tempo, un'altra di quelle canzoni che sarà impossibile da dimenticare, che resterà per sempre nel fiume della storia della musica italiana.



 

VINCENT - 2000

Poi le nostre sedie

Le nostre sedie così vuote

Così persone, così abbandonate

E il tuo tabacco sparso qua e là

Dolce amico

Fragile compagno mio

Che hai tentato sotto le tue dita

Di fermarla, la vita

Come una donna amata alla follia

La vita andava via

A Vecchioni è sempre piaciuto prendere spunto dalla storia e dai personaggi più importanti per comporre alcune delle sue meravigliose canzoni.

Vincent è una sorta di lettera che Paul Gauguin scrive al suo amico Vincent Van Gogh, dopo che quest'ultimo si è suicidato.

Un brano straziante, di una bellezza incommensurabile. Ascoltare per credere.



 

CHIAMAMI ANCORA AMORE - 2011

Perché le idee sono come farfalle

Che non puoi togliergli le ali

Perché le idee sono come le stelle

Che non le spengono i temporali

Perché le idee sono voci di madre

Che credevano di avere perso

E sono come il sorriso di dio

In questo sputo di universo

Poi, quando meno te l'aspetti, la presenza di Roberto Vecchioni al Festival di Sanremo, a cui aveva partecipato una volta soltanto nella storia, nel 1973, con L'uomo che si gioca il cielo a dadi. Ma questa volta è il 2011 e il cantautore non viene all'Ariston per partecipare, vuole vincere. Ha il brano perfetto e infatti non delude le aspettative.

L'ultimo trofeo da mettere in bacheca è conquistato, per un uomo che ha fatto veramente la storia delle belle parole tramutate in musica in Italia.



 

Se vuoi contattarmi, scrivimi a info@ilrespirodellestelle.com

 
 

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Alpi bresciane

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Scrittore, viaggiatore, sognatore. 

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